La competizione tra le Sgr italiane del mattone ora si porta su larga scala. Quando entrerà in vigore la direttiva europea sui gestori degli investimenti alternativi (AIFMD) – è attesa per gennaio ma qualcuno sposta già la lancetta al prossimo giugno (da noi ci vogliono due anni per recepire una direttiva europea che in altri Paesi è già in vigore da mesi e mesi) – la competizione scatterà su scala più ampia e le Sgr italiane per andare all’estero dovranno pensare in “grande”. Maturare e scegliere di allinearsi agli altri gestori su piazza. Ecco perché torneranno in campo le ipotesi di fusione finora archiviate. Non solo. Bisognerà pensare a strumenti di investimento innovativi, sforzare l’ingegno e creare prodotti nuovi. Ma soprattutto smettere di combattere una guerra sulle fee, al ribasso, che vede solo vinti e non vincitori. Una nuova formulazione del calcolo delle fee, anche a “success”, potrebbe essere un passo per avvicinarsi alle Sgr di altri Paesi. Dove fondi immobiliari senza scadenza e molto ben gestiti non prevedono fee fisse qualsiasi sia il risultato portato a casa, ma anche altre tipologie di remunerazione per il bravo gestore.
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